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Dalla visura camerale erano un centro estetico, scoperto giro di prostituzione
Accade a Belluno. Un centro estetico gestito da cinesi era in realtà il centro di un giro di prostituzione. A scoprirlo sono stati alcuni militari, che stavano effettuando un controllo sulla visura camerale.
I militari si sono accorti dell'assenza di un registro contabile, ma a destare particolare attenzione da parte degli organi competenti erano l'afflusso di uomini nel centro estetico e particolari descrizioni dei massaggi offerti.
Solo dopo controlli sulla visura camerale online e appostamenti nella zona del centro estetico, i militari scoprono che le giovani estetiste cinesi non avevano solo il compito di proporre qualche massaggio o di offrire servizi estetici.
La “divisa” delle operatrici era abbastanza provocante: tacchi a spillo e magliettine servivano a invitare i clienti a chiedere una prestazione sessuale. In questo modo, il centro estetico guadagnava fino a 30 Euro extra per i particolari massaggi.
Non mancavano i pacchetti “tutto incluso”, mascherati da massaggi e trattamenti di bellezza riservati ai clienti più esigenti. D'altra parte, il centro estetico era carente anche dal punto di vista delle attrezzature, necessarie in qualsiasi azienda analoga per i trattamenti.
La visura camerale nascondeva una pratica consolidata: l'indagine ha coinvolto diverse città italiane, inserite in quella che gli agenti hanno definito il “Progetto Dragone”.
Il confronto con la visura camerale online ha poi evidenziato la sede e il canone di affitto che regolarmente il centro estetico a luci rosse pagava senza avere la possibilità di fare trattamenti estetici. Spesso, le ragazze erano invitate dai clienti a seguirle in macchina (visto che il centro estetico non possedeva mezzi di trasporto propri), oppure venivano accompagnate direttamente da loro al posto di lavoro.
Nessuna delle “estetiste”, infine, aveva i titoli per poter esercitare la professione estetica in Italia: una prova in più che ha consentito alle Forze dell'Ordine di portare al processo il titolare del centro estetico e l'interprete.
I cinesi sono stati rinviati a giudizio dopo l'invio al processo delle intercettazioni telefoniche, dove i due imputati si chiedevano come inserire nuove ragazze nel giro della prostituzione nel centro estetico.
Il sistema consolidato lascia diverse perplessità sui controlli: è bastato fare un accertamento fiscale per avere dei sospetti per un'attività in piedi dal 2011.